أحب دائما أولئك الذين يحبونك، ولا حتى كلب.
Amerai sempre chi ti ama, fosse pure un cane.
E questa volta di amore si parla.
Sono stata in Marocco, un paese affascinante e carico di profumi e sapori, tante le pietanze che ho potuto assaggiare, ma questa mi mancava; così ho esplorato una ricetta della tradizione del Mghreb: Rzeeza o Rzyza o Rziza.
Introduzione a questa ricetta:
conosciuta anche col nome Razat El Quadi o El Kadi, questa ricetta è molto popolare nella regione occidentale del Marocco, solitamente servita durante il Ramadan e per altre occasioni speciali, ma tradizionalmente questo piatto è destinato alla colazione dei giovani sposi, e in quest’occasione prende il nome فطور العروس, che tradotto letteralmente significa la colazione della sposa.
Si tratta di una crêpe composta di tantissimi fili di pasta, servito con latte, miele, mandorle, datteri ripieni, che in origine era realizzata dalle donne adulte, parenti più strette della sposa, sorelle zie e nonne considerate grandi panettiere e cuoche.
I soli familiari e gli sposi si riunivano intorno al tavolo per familiarizzare e soprattutto per mostrare il loro sostegno alla coppia nella loro nuova vita.
La traduzione di Razat El Quadi corrisponde a “turbante del giudice”, la preparazione di questa crêpe ricorda il copricapo usato dagli uomini della regione del Sahara, per proteggersi dalla sabbia del deserto.
Mi piace immaginare che sia stata Aicha Kandicha ad “avvolgere” con questa pietanza il suo amato marito. Bellissima donna portoghese e femmina seduttrice, Aicha è un personaggio della mitologia Magrebina che andò a vivere in Marocco per amore.
Rzeeza la dolce colazione della sposa
- dose per 6 porzioni
- mattaretto, sfogliatrice
- tempi per la preparazione circa 30 minuti + tempi di riposo
- tempi di cottura 5 minuti
- semplice, alla portata di tutti
- costo complessivo € 3
occorrente:
300gr di semola rimacinata Senatore Cappelli
100gr di acqua fredda
10gr di evo
1 pizzico abbondante di sale
150gr di burro fuso per preparare il turbante
Si comincia preparere nella planetaria l’impasto con l’acqua, il sale e la farina, quando si amalgama aggiungi lentamente l’olio, pian piano la massa diventa unifrme, accorrono dieci minuti circa e poi l’impasto si lavora a mano per due minuti fino a renderlo liscio ed elastico.
Avvolgi l’impasto con la pellicola alimentare e lascia riposare per trenta minuti.
Riprendi la massa e dividi in quattro porzioni e ottieni dei cilindri che stenderai una per volta con il mattarello, ottieni delle strisce lunghe venti centimetri e larghe dieci centimetri.
Inizia a passare le strisce nella sfogliatrice, ad agni passaggio della sfoglia riduci il regolatore di spessore fino all’ultimo foro.
Monta l’accessorio per i cappellini, ungi con il burro il mattarello (ti posso sueggerire l’uso di una zucchina o di un cetriolo, che si prestano bene in mancanza di mattarello),
prepara una ciotola con il burro e mano a mano bagna i cappelli che fai arrotolare al matarello, stira bene la pasta per farla aderire ad ogni giro.
Sfila il cilindo di pasta dal mattarello e posalo sul piatto, ungi ancora con il burro e appiattisci con il palmo della mano, premi bene per allargare la forma.
Scalda una padella antiaderente e inizia a cuocere i turbanti, a fuoco basso due minuti per lato, dovranno diventare croccanti e di colore dorato.
Questa ricette è veramente golosa epuò essere accompagnata da condimenti dolci come il miele, sciroppo d’acero, marmellate e creme al cioccolato; io ti suggerisco di provare anche con un sugo di pomodoro piccante o creme di verdure.
ricetta per
La tradizione è veramente bella! Per il resto sono ammirata dalla tua inventiva e dalla tua abilità, spesso leggo e mi dico sottovoce che non sono all’altezza di replicare le tue delizie! 🙂 e non rispondermi che è facile perché non me la bevo 🙂 🙂
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😦 questo mi preoccupa se pubblico ricette ritenute impossibili!!!
Ma credimi che è davvero mooooolto semplice, sono preparazioni che si possono riprodurre 🙂 e sono certa che anche tu sei ingrado di farle 😉
Grazie e buon febbraio
Sally
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Il fatto è che io mi muovo in cucina con poca disinvoltura e, come spesso accade, quando non è il nostro campo tutto sembra complicato. Ma le tue idee sono sempre interessanti 🙂
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